Allergologia

Descrizione

La visita allergologica utilizza la genetica, con la quale si verifica la predisposizione alle patologie. Genitori allergici possono trasmettere ai propri figli una maggiore probabilità di ipersensibilità. Nell’allergologia particolare attenzione viene anche posta alla diagnosi delle allergie alimentari.

L’accesso ai servizi diagnostici di allergologia è possibile sia in modo diretto che su indicazione del medico curante, sia di medicina generale che pediatra di famiglia. L’accesso può avvenire anche da parte dello specialista dermatologo, otorino, pneumologo o gastroenterologo. Tuttavia, al fine di ottenere una diagnosi più accurata e precisa, si consiglia di eseguire una visita allergologica prima di sottoporsi ai vari test.

Applicazioni e Trattamenti

Domande frequenti

L’allergologia è la branca della medicina che si occupa delle malattie allergiche a carico dei vari
organi o apparati: cutaneo, respiratorio, gastrointestinale. L’Allergologo è un Medico specialista
in Allergologia.

La visita allergologica viene richiesta quando c’è il sospetto di una possibile reazione allergica che è dovuta ad una particolare predisposizione del paziente (non è una malattia infettiva e ci può essere una predisposizione ereditaria) a carico dei vari organi o apparati con possibili svariate manifestazioni a volte anche presenti contemporaneamente. I quadri clinici possono essere diversi a seconda del meccanismo che ne è alla base: quello classicamente allergico detto
IgE mediato perché dovuto al fatto che il soggetto, a differenza di chi non è allergico, produce degli anticorpi, le IgE appunto, che invece di avere un effetto protettivo, come avviene per gli altri anticorpi, provoca invece delle reazioni avverse più o meno gravi che si verificano in tempi
brevi (massimo entro 2 ore dal contatto con la sostanza allergica). Il secondo tipo è quello ritardato in cui sono coinvolte non gli anticorpi, ma delle cellule particolari (principalmente i linfociti) e che sono responsabili di reazioni che si verificano dopo molte ore, come nella
dermatite da contatto o in alcune forme gastro-intestinali.
Da quanto detto sopra ne consegue che la visita specialistica è fondamentale per inquadrare il problema del paziente e quindi stabilire quali sono le indagini eventuali da effettuare: non ha senso, per esempio, fare test allergologici se non è chiara quale sia la malattia con cui ci si deve confrontare.

Le patologie IgE mediate sono:

  • Rinite (=raffreddore) allergica
  • Congiuntivite allergica
  • Asma bronchiale
  • Orticaria ed angioedema (=gonfiore della cute e/o mucose, es. labbra, palpebre, ecc.)
  • Dermatite atopica
  • Esofagite e gastro-enterocoliti allergiche
  • Allergia a farmaci
  • Shock anafilattico (da varie cause: alimenti, farmaci, insetti, cause sconosciute).

Le patologie allergiche ritardate sono:

  •  Dermatite da contatto (es. nichel, detersivi, tinte per capelli, tatuaggi, ecc)
  • Allergia ritardata a farmac
  • Sindrome dell’enterocolite allergica (SEA)

Un capitolo a parte, spesso molto propagandato in maniera truffaldina, è quello delle
Intolleranze Alimentari, per cui vengono effettuati molti test non validi a livello scientifico (es. Vega test, test del capello, biorisonanza, kinesiologia applicata, analisi del DNA per intolleranze
ecc.). In tali casi è indispensabile escludere le vere allergie o altre malattie come la celiachia,  l’intolleranza al lattosio o la sindrome da FODMAPs (acronimo di: Fermentabili Oligosaccaridi,  Disaccaridi, Monosaccaridi e Polioli, che sono degli zuccheri che spesso il paziente non è in grado  di digerire e provocano i classici disturbi gastrointestinali: gonfiore, dolori addominali, cattiva
digestione).

  • Come detto la prima cosa è una approfondita storia clinica del paziente per cercare di capire se
    si tratta di un possibile problema allergico e di che natura: un buon allergologo è come Sherlock
    Holmes, cioè deve raccogliere bene gli indizi per poter arrivare al “colpevole”. Ovviamente questo
    andrebbe fatto sempre in medicina, ma ancor di più in allergologia dato che ci sono molti fattori
    confondenti.
    Poi seguirà una visita accurata dei vari organi ed apparati (naso, occhi, polmoni, cute).

Skin Prick Test e Prick-Prick

Se è indicato sulla base della storia clinica e se il paziente non ha assunto antistaminici da almeno una settimana si potranno effettuare nella stessa seduta i test cutanei allergologici: Skin Prick Test (SPT) per allergeni inalanti, cioè quelli che abitualmente respiriamo (pollini, acari della polvere, muffe, derivati di epiteli animali, ecc.) e/o alimentari.
Gli SPT si effettuano applicando sulla faccia volare (cioè quella antero-interna) dell’avambraccio le gocce delle sostanze allergiche distanziate l’una dall’altra e poi si punge la pelle attraverso di esse con una lancetta monouso, che ha una punta di 1 mm: il test è sicuro ed è appena fastidioso anche per i bimbi più piccoli. La lettura viene effettuata dopo 15 minuti misurando il pomfo (cioè la bolla della reazione, simile a quella prodotta da una puntura di zanzara) e confrontandola
con il controllo positivo dell’istamina a concentrazione standard.
Nel caso di sospette allergie alimentari si possono effettuare anche i Prick-Prick,  che è la stessa metodica dello SPT ma come reagenti si adoperano gli alimenti naturali, che vengono prima
punti con la lancetta del test che si adopererà poi per pungere la pelle.
Va sempre ricordato che una positività ai test (sia cutanei che su sangue) non sempre vuol dire allergia clinicamente rilevante, ma può essere una semplice sensibilizzazione. Al termine della visita saranno prescritti gli eventuali farmaci e/o interventi dietetici necessari
alla patologia del paziente e/o eventuali altri accertamenti diagnostici.

Diagnostica Allergologica Molecolare ed AllergyMonitor

Nel caso, ormai sempre più frequente, di positività a più allergeni, specie per quelli inalanti, lo specialista allergologo potrà prescrivere un test sul sangue (Alex2 test) che consente di avere
una risposta (nell’arco di 2-3 settimane) verso moltissimi allergeni (circa 300) sia inalanti che alimentari, ed in particolare verso alcune singole componenti molecolari, che però richiede
molta conoscenza ed esperienza per la sua interpretazione.
Tale test deve essere sempre prescritto da un allergologo e non può essere fatto come test preliminare alla visita.
A volte, anche se non frequentemente, neanche integrando Storia clinica, SPT e Alex2 si riesce a stabilire quali sono gli allergeni clinicamente rilevanti per quel dato paziente, ma per risolvere
tale problema, almeno per gli allergeni respiratori, possiamo farci aiutare dalla tecnologia tramite la specifica app gratuita AllergyMonitor, validata a livello internazionale. Infatti, il paziente registra quotidianamente su AllergyMonitor, nel periodo di esposizione ai pollini, i
propri sintomi, così da poterli correlare alle conte polliniche degli stessi giorni e definire quale polline sia più importante per lui.
Questa è la vera “ALLERGOLOGIA DI PRECISIONE” della moderna medicina, che è fondamentale per una corretta prescrizione di una eventuale terapia allergologica (il cosiddetto vaccino), che è
l’unica terapia causale per le patologie allergiche respiratorie (Rinite ed Asma) e che, pur non potendo far sparire l’allergia, se ben condotta e ben seguita per almeno 3 anni consente un netto
miglioramento dei sintomi con la riduzione/eliminazione del consumo dei farmaci per il controllo della sintomatologia allergica.

Patch Test

Nel caso di sospette dermatiti da contatto si esegue il patch test che permette di differenziare le
dermatiti irritative da quelle allergiche da contatto.
Viene eseguito in ambulatorio, applicando sulla cute del paziente alcuni cerotti che vengono rimossi dopo 48-72 ore dall’applicazione.
Per eseguire il patch test si utilizzano dei pannelli composti da varie sostanze, definite apteni, che sono disposti in singole cellette di materiale anallergico, fissate su un cerotto che viene
posizionato sul dorso. Dopo 48-72 ore i cerotti vengono rimossi e si documenta l’eventuale presenza di reazione
allergica (dermatite) in corrispondenza di uno o più apteni.
Fanno parte del pannello le sostanze con cui più comunemente veniamo a contatto quali metalli (nichel, cobalto, potassio bicromato, ecc.), coloranti (para-fenil-endiamina, disperso rosso, disperso blu, ecc.), sostanze presenti nei profumi (balsamo del perù, profumi mix, ecc.),
conservanti (kathon), farmaci (benzocaina, cortisonici mix, neomicina), nei manufatti in gomma (tiuram), nei cosmetici (parabeni).
Durante l’esecuzione del patch test è importante non sudare, non esporsi al sole e non bagnare il cerotto.

Ai fini di una buona riuscita del test, è opportuno:

  • Sospendere eventuali terapie cortisoniche almeno 20 giorni prima dell’esecuzione del test
  • Sospendere eventuali terapie antistaminiche almeno 7 giorni prima dell’esecuzione del
    test
  • È necessario, inoltre, non applicare creme a base di steroidi sulla cute del dorso almeno
    15 giorni prima dell’esecuzione del test

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